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UN MONDO DI ESTERI: come orientarsi
Gli oli interi da taglio si evolvono in continuazione: in principio fu il minerale, ancora oggi largamente utilizzato, poi seguito dai primi oli a base vegetale, pubblicizzati per il loro aspetto ecologico, di cui però si ricordano soprattutto le esperienze negative dei primi utilizzatori che inchiodavano le macchine
Oggi si parla di esteri, un mondo di esteri, in particolare di nuove generazioni di esteri sintetici saturi o puri
Una categoria di lubrificanti che per la sua vastità e talvolta disinformazione di chi li propone, ci sentiamo in dovere di approfondire con chiarezza, affinchè la scelta dell’utilizzatore sia informata e consapevole
Suddividiamo i prodotti in 3 grandi famiglie:
ESTERI NATURALI
Introdotti su applicazioni di metal working negli anni ‘90, derivano dalla spremitura diretta dei semi di alcune specie vegetali (colza, girasole, cocco, palma, ecc.) o dal grasso animale (burro e lardo), le cosiddette risorse rinnovabili
Vengono tecnicamente definiti "insaturi" per l'abbondante presenza di doppi legami Carbonio (C=C), hanno la caratteristica di degradare rapidamente (polimerizzare) in presenza di temperatura generata dalla lavorazione, per contatto con l'ossigeno dell'aria (ossidazione) e per esposizione alla luce diretta
Sono utilizzati tali e quali o miscelati tra loro senza subire alcun processo chimico di saturazione e spesso per renderli più stabili vengono additivati con una grande quantità di antiossidanti che rallentano il processo degenerativo
Gli esteri naturali vengono impiegati come oli integrali per lavorazioni meccaniche di asportazione truciolo o per processi di deformazione a freddo ove siano richiesti fluidi molto economici. Con la stessa finalità vengono utilizzati nella formulazione di lubrorefrigeranti definiti "vegetali" da emulsionare in acqua
Vantaggi: elevata lubricità, elevato punto di fiamma (>300°C), alto profilo igienico-ambientale, basso costo
Svantaggi: pessima stabilità chimica con effetti pesanti dovuti alla polimerizzazione (irrancidimento, ossidazione, odore caratteristico marcato, scarsa detergenza, formazione di lacche e morchie che sporcano e bloccano le macchine)
Effetti della polimerizzazione sul medio-breve periodo:
> alterazione del colore dell’olio che diventa molto scuro
> progressivo aumento della viscosità
> rapida diminuzione del potere refrigerante
> formazione di depositi gommosi e lacche che creano spessore sulle superfici e bloccano i cinematismi
> rapido intasamento dei sistemi filtranti
> riduzione del potere detergente = maggiore trascinamento d’olio con i pezzi
> alterazione dell'odore che diventa acre e simile a quello dell’olio per friggere
> aumento dell’acidità, aggressione dei componenti plastici nelle macchine utensili (crepe e/o rigonfiamenti)
> maggiori consumi a parità di produzione
L'estere di qualità meno pregiata per l'uso industriale è senza dubbio l'estere di colza (metilestere di colza), la sua struttura chimica si presta a una rapida degradazione con effetto domino immediato sui processi industriali che utilizzano lubrificanti a ricircolo
MISCELE
Una categoria intermedia e diffusa di esteri definiti impropriamente “sintetici” è composta da un'insieme di due o più esteri vegetali e di sintesi che a fronte di un basso costo di acquisto, riducono (ma non eliminano) i fenomeni negativi appena descritti che si manifestano più mitigati nel medio-lungo periodo nonostante l'aggiunta di antiossidanti in grande quantità
L'utilizzo di ingredienti con caratteristiche diverse tra loro, comporta inoltre una differente evaporazione degli esteri, con il risultato che nonostante i rabbocchi, il prodotto in macchina assumerà nel tempo una viscosità diversa e proprietà lubrificanti / detergenti alterate rispetto a quelle iniziali, con conseguente impatto nelle lavorazioni (finiture, durata utensili, consumi, ecc.)
ESTERI SINTETICI
Detti anche saturi, sono gli esteri più pregiati e stabili che si conoscono, possono derivare da fonti rinnovabili o da “chimica fine”, cioè da materie prime sintetiche senza sfruttare le coltivazioni vegetali
Sono caratterizzati da elevata limpidezza e trasparenza, di aspetto praticamente incolore (vedi foto), salvo che vengano aggiunti additivi che conferiscono una colorazione tipica (visibile negli oli da taglio)
Vantaggi:
> eccezionale resistenza termo-ossidativa (very long life)
> elevato potere detergente (mantengono le superfici pulite)
> elevato potere lubrificante e raffreddante (dovuto all’elevata stabilità viscosimetrica)
> elevato punto di fiamma (superiore ai 200°C) in relazione alla viscosità
> mantenimento costante delle prestazioni
> assenza quasi totale di nebbie
> assenza di odore caratteristico
> eccellenti caratteristiche di rilascio dell’aria (ricordiamoci che l’aria non lubrifica e raffredda poco)
Svantaggi: costo più elevato ampiamente compensato dalla qualità e resa
Come riconoscere quindi un prodotto di qualità?
C’è un solo modo: farsi indicare per iscritto dal produttore il numero di Iodio (vedi tabella in basso)
Un dato essenziale che quasi nessuno dichiara in scheda tecnica e che invece troverete in tutte le nostre schede dei fluidi a base estere. Riteniamo che la chiarezza sia la base per un confronto serio su dati oggettivi e misurabili, mentre la confusione genera solo dubbi e strumentalizza le scelte del cliente
A seguire una tabella che aiuta a distinguere le varie qualità di estere:
Numero di Iodio |
Qualità |
Origine |
Stabilità |
40 < N. Iodio < 80 |
estere naturale |
vegetale e animale |
scadente |
10 < N. Iodio < 40 |
miscela di esteri |
naturale + sintetico |
medio / bassa |
N. Iodio < 10 |
estere sintetico puro |
di sintesi |
buona |
N. Iodio < 2 |
estere sintetico puro |
di sintesi |
eccellente |
L'estere di colza, ad esempio, ha un numero di Iodio tra 105 e 126
Il calcolo del numero di Iodio serve a determinare la quantità di doppi legami Carbonio (C=C) che essendo molto reattivi compromettono la stabilità chimica dell'estere. Più essi sono e più alto sarà il numero di Iodio, quindi maggiore sarà la tendenza all’irrancidimento con formazione di saponi
Precisiamo che ha senso parlare di numero di Iodio solo sui fluidi a base estere e non ha alcun valore utile se calcolato sui lubrificanti di altra natura
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